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Comunicato stampaPubblicato il 4 dicembre 2025

Studio sulle informazioni relative alle prestazioni complementari: c’è potenziale di miglioramento

Berna, 04.12.2025 — Le persone che con la propria rendita AVS o AI e altri redditi o con la sostanza disponibile non riescono a coprire il fabbisogno vitale hanno diritto alle prestazioni complementari. La legge impone ai Cantoni di informare il pubblico in modo adeguato su queste prestazioni, affinché i potenziali beneficiari conoscano i propri diritti e sappiano che cosa fare per esercitarli. Uno studio commissionato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali ha analizzato come i Cantoni informano circa le prestazioni complementari e come si svolge la relativa procedura di richiesta. A tal fine, un campione di beneficiari di rendite AVS è stato interpellato sul livello d’informazione al riguardo e sono state formulate diverse proposte per migliorare l’informazione e il sostegno degli assicurati.

Lo studio commissionato dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, condotto da Ecoplan e Interface Politikstudien, ha analizzato come gli assicurati vengono informati circa le prestazioni complementari (PC) e come si svolge la procedura di richiesta in un campione di Cantoni. Sono stati esaminati principalmente i processi relativi ai beneficiari di rendite AVS che vivono a casa, ma anche a quelli di rendite AI che vivono a casa. Si è anche analizzato cosa sanno sulle PC i nuovi beneficiari di rendita. Inoltre, si è valutato se i Cantoni facciano sforzi per individuare e informare in maniera mirata, sulla base di dati fiscali, i potenziali beneficiari di PC. Il mandato comprendeva anche un’analisi della letteratura scientifica sullo stato attuale della ricerca concernente il non ricorso alle PC in Svizzera. Alla fine dello studio vengono elencate possibilità di miglioramento e buone pratiche nei Cantoni.

Informazione e offerte di sostegno

Tutti i Cantoni hanno partecipato allo studio per descrivere le proprie procedure; in una seconda fase, sono state svolte indagini più dettagliate presso otto Cantoni selezionati. Lo studio mostra che i Cantoni informano sistematicamente sul diritto alle PC insieme alle decisioni in materia di rendita AVS e AI. Inoltre, la maggior parte degli organi esecutivi propone colloqui di consulenza personalizzati e informazioni mirate sui propri siti Internet, per informare i beneficiari di rendite AVS e AI sulle possibilità di percezione delle PC. Anche Pro Senectute e Pro Infirmis, i servizi sociali e i curatori professionali, che hanno spesso contatto diretto con i potenziali aventi diritto alle PC, informano in modo mirato e forniscono consulenza in merito.

Dallo studio emergono tuttavia disparità tra i Cantoni. Per raggiungere le persone con scarse conoscenze linguistiche, pochi Cantoni mettono a disposizione materiali informativi in lingua facile o in lingue straniere. Sei Cantoni propongono colloqui di consulenza personalizzati in lingue diverse da quelle nazionali e due lavorano con interpreti.

Ad oggi, nessuno dei Cantoni selezionati per interviste più approfondite utilizza i dati fiscali per individuare sistematicamente e informare in modo mirato i potenziali aventi diritto alle PC. Questa possibilità è tuttavia al vaglio in diversi Cantoni e sarà introdotta in uno dei Cantoni esaminati (Basilea Città). La fattibilità di questo approccio è controversa e vengono menzionate diverse difficoltà.

Risultati sul livello d’informazione dei beneficiari di rendite AVS

Nel quadro dello studio i beneficiari di rendite AVS sono stati interpellati circa il loro livello di conoscenze delle PC. La maggioranza (89 % di coloro che hanno risposto) ha dichiarato di aver già sentito parlare delle PC all’AVS. Tuttavia, due terzi delle persone che non beneficiano di queste prestazioni sanno poco o pochissimo al riguardo. Tra le persone che ne beneficiano, la quota corrispondente è del 40 per cento. La possibilità del rimborso delle spese di malattia o d’invalidità con le PC è nota sia tra i beneficiari di PC che tra i non beneficiari (circa il 35 % delle persone che hanno risposto).

Sono state inoltre individuate le offerte di sostegno più fruite. La consulenza personale proposta dalla cassa di compensazione, dall’istituto cantonale delle assicurazioni sociali, dall’ufficio competente o dall’agenzia AVS è quella richiesta più spesso (48 %), seguita dalla consulenza telefonica fornita da questi servizi (37 %). Altrettanto significativo (37 %) è il sostegno fornito dall’ambiente circostante.

L’indagine mostra l’importanza delle offerte di sostegno in modo generale: soltanto il 7 per cento delle persone interpellate non si è avvalso di alcuna delle offerte in questione. Ciò è confermato anche dalle interviste di approfondimento, nelle quali gli interpellati sottolineano l’importanza del sostegno ricevuto per la presentazione della richiesta, che questo sia da parte dell’ambiente circostante, delle agenzie AVS, dei servizi PC o delle organizzazioni Pro Senectute o Pro Infirmis.

Le informazioni potrebbero essere più semplici, più chiare e più accessibili

Nel quadro dello studio sono state individuate diverse buone pratiche in grado di migliorare l’informazione. Si tratta in particolare di semplificare il materiale informativo, ridurre le barriere linguistiche, rafforzare le collaborazioni con le istituzioni, creare sportelli centralizzati o potenziare l’informazione proattiva. Per quanto concerne il rimborso delle spese di malattia e d’invalidità, le informazioni potrebbero essere più ampie.

Sono inoltre state individuate possibilità di miglioramento nel sostegno fornito per la presentazione della richiesta: liste di controllo, procedura di richiesta online con aiuti, ampliamento delle offerte di consulenza e accompagnamento personali, maggiore divulgazione degli strumenti disponibili. Lo studio sottolinea che la maggioranza di queste possibilità di miglioramento richiede attività e risorse supplementari presso i Cantoni; a medio o lungo termine, però, una maggiore digitalizzazione potrebbe consentire di liberare risorse che potrebbero essere riattribuite ad attività di informazione e di sostegno mirate.

Motivi per il non ricorso alle PC

In base all’analisi della letteratura scientifica sul non ricorso alle PC, lo studio indica che quest’ultimo deriva da una combinazione di fattori amministrativi, sociali e psicologici. Tra i motivi menzionati di frequente figurano la non comprensione, la mancanza di sostegno e una procedura di richiesta impegnativa.

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Rapporti di ricerca e altri studi